Una prima constatazione incoraggiante è che dell’emergenza educativa siamo tutti diventati maggiormente consapevoli. Per ciò stesso cresce la preoccupazione e anche la volontà di reagire a una situazione di questo genere. Aumentano, in concreto, la domanda di un’educazione autentica e il bisogno e la richiesta di educatori che siano davvero tali. È una richiesta assai presente tra i genitori, nel duplice senso di poter trovare veri educatori per i propri figli, e di essere essi stessi aiutati e consigliati in modo da poter adempiere meglio il proprio compito educativo.
In questo contesto nasce a Bergamo l’Associazione Atena – prevenzione dalle dipendenze
MISSION
- Sostenere la responsabilità educativa dei genitori per prevenire i comportamenti di abuso dei propri figli;
- Prevenire l’alcolismo e il disagio giovanile;
- Promuovere nei giovani un sano stile di vita;
- Sviluppare rapporti con le istituzioni per prevenire le dipendenze giovanili.
Educare in famiglia è oggi un’arte davvero difficile. Molto genitori soffrono, infatti, un senso di solitudine, di inadeguatezza e, addirittura, d’impotenza. Si tratta di un isolamento anzitutto sociale, perché la società privilegia gli individui e non considera la famiglia come sua cellula fondamentale.
Se è vero che la famiglia non è la sola agenzia educatrice, soprattutto nei confronti dei figli adolescenti, dobbiamo ribadire con chiarezza che c’è un’impronta che essa sola può dare e che rimane nel tempo.
Almeno in maniera implicita la domanda di educazione è fortemente presente anche nei ragazzi, negli adolescenti e negli stessi giovani, che non vogliono essere lasciati soli di fronte alle sfide della vita: lo sa per esperienza chi è disponibile a dedicare loro il proprio tempo, il proprio ascolto, la propria attenzione. In forme diverse una richiesta simile sale dall’ intero corpo sociale, che avverte con crescente disagio le difficoltà e le deviazioni che rendono faticoso il cammino delle nuove generazioni e teme siano messe in pericolo le basi stesse della convivenza. In particolare, oltre ai responsabili politici, coloro che hanno responsabilità di conduzione di imprese sembrano ben consapevoli che il futuro del nostro paese dipende in misura decisiva dalla qualità complessiva – e non solo dalla preparazione tecnica – del suo cosiddetto “capitale umano”.
Favorendo condizioni e stili di vita sani e rispettosi dei valori, è possibile promuovere lo sviluppo integrale della persona, educare all’accoglienza dell’altro e al discernimento della verità, alla solidarietà e al senso della festa, alla sobrietà e alla custodia del creato, alla mondialità e alla pace, alla legalità, alla responsabilità etica nell’economia e all’uso saggio delle tecnologie.
Ciò richiede il coinvolgimento non solo dei genitori e degli insegnanti, ma anche degli uomini politici, degli imprenditori, degli artisti, degli sportivi, degli esperti della comunicazione e dello spettacolo. La società nella sua globalità, infatti, costituisce un ambiente vitale dal forte impatto educativo; essa veicola una serie di riferimenti fondamentali che condizionano in bene o in male la formazione dell’identità, incidendo profondamente sulla mentalità e sulle scelte di ciascuno.
Inoltre, i vari ambienti di vita e di relazione – non ultimi quelli del divertimento, del tempo libero e del turismo – esercitano un’influenza talvolta maggiore di quella dei luoghi tradizionali, come la famiglia e la scuola. Essi offrono perciò preziose opportunità perché non manchi, in tutti gli spazi sociali, una proposta educativa integrale.
L’impresa educativa richiede un alleanza fra i diversi soggetti che abbiano come mission la prevenzione. Perciò sarà importante aiutare le famiglie a interagire con i media in modo corretto e costruttivo, e mostrare alle giovani generazioni la bellezza delle relazioni umane.