“10 UTILI CONSIGLI AI GENITORI”

Dai libro “Mio figlio tra bullismo e cyberbullismo” ed. GiuntiEdu2019

 

  1. Siate vigili. Osservate, ascoltate, prestate attenzione ai bisogni dei figli e preoccupatevi non solo della scuola, ma anche di quello che fanno in rete.
  2. Insegnate voi, e presto, sin da quando sono molto piccoli, cos’è il web, come funzionano i dispositivi e come si naviga. È come insegnare loro ad andare in bicicletta a scuola: prima di lasciarli andare da soli, li accompagnate per un po’; la stessa cosa si dovrebbe fare con internet.
  3. Non lasciate che imparino da soli a gestire i dispositivi e a scoprire internet, altrimenti potrebbero pensare che siate incompetenti (e magari non è così) e non vi chiederanno nulla se dovessero aver bisogno di aiuto.
  4. Ricordate che lo smartphone è uno strumento potentissimo: è come regalare una Ferrari a chi non sa guidare o ha appena preso la patente.
  5. Siate informati dei loro interessi specifici, quali videogiochi preferiscono, ma anche come funzionano e se sono adatti alla loro età. Per quanto possibile, cercate di condividere le loro passioni.
  6. Date un limite di tempo all’uso dei videogiochi e a quanto si sta in rete proporzionato alla loro età e alle competenze maturate. A 7-8 anni un’ora al giorno può essere più che sufficiente, a 12-13 anni il tempo può essere maggiore, ma non dovrebbe superare le 2 ore, in modo tale da poter svolgere altre attività.
  7. Date regole, ma anche esempio, di come ci si comporta sul web. Se scoraggiate la pubblicazione sui social di selfie personali, dovete dare il buon esempio e fare lo stesso, evitando di postare ogni vostra foto privata.
  8. Insegnate loro cos’è la sicurezza in rete non prima di aver approfondito questo argomento.
  9. Osservate con attenzione come si comportano i figli in internet e sui social. L’osservazione e fatta di momenti di affiancamento dei bambini in cui insegnare come si naviga e allo stesso tempo vedere quali sono i loro interessi.
  10. Chiedete subito aiuto quando e necessario e fate ricorso agli esperti (psicologi, insegnanti, Polizia) se avete sospetti sui loro comportamenti.