L’Italia sta vivendo uno dei momenti più difficili in una cornice sociale e sanitaria in cui il distanziamento sociale influenza abitudini e comportamenti.
Tutti i fattori di rischio legati agli stili di vita sono sostanzialmente alterati dall’effetto del prolungato isolamento e da livelli di stress da molti canalizzati verso comportamenti che, in tempi di Coronavirus, subiscono anche l’influenza delle fake news le quali, con l’incrementato uso dei social, trovano facile appiglio in un terreno già predisposto a distrarsi, anche solo per “relax”, verso stili di vita non salutari.
Per la prevenzione dell’infezione da virus SARS-CoV-2 le misure restrittive via via più stringenti, che hanno aumentato la quantità di tempo che trascorriamo a casa, hanno agito da volano per i fattori di rischio comportamentali legati all’uso di fumo e di alcol, in forte incremento in tutto il mondo.
Dal consumo di un bicchiere di vino a tavola, contestualmente ai pasti, che è per molti parte integrante dell’alimentazione e di una vita sociale oggi impedita, a quello di quantità maggiori e sempre crescenti di consumo di alcol testimoniate dall’incremento delle vendite di alcolici e superalcolici (+180%), anche con consegne a domicilio, il passo è stato (ed è) brevissimo, imprudente e inconsapevole dei rischi a cui si è maggiormente esposti.
Questa nuova situazione, così diversa dai contesti di vita convenzionali che la maggior parte delle persone hanno condotto sino ai primi di marzo, rende necessario, e urgente, porre maggiore attenzione agli effetti negativi e pregiudizievoli per la salute (come il maggior rischio di infezioni e il calo delle difese immunitarie), che le bevande alcoliche determinano. È inoltre fondamentale smentire con l’evidenza scientifica le fake news che circolano riguardo inesistenti proprietà benefiche dell’alcol nei confronti del virus SARS-CoV-2 ed evidenziando gli effetti negativi che anche quantità moderate di sostanze alcoliche possono avere sull’organismo e sulla sicurezza personale e collettiva.